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Amazon Di Bernard Goldbach

 

Nel 2017 Amazon ha rilasciato Spark, un nuovo social network che aveva lo scopo di agevolare la ricerca dei prodotti. L’idea era quella di creare un social che permettesse alle persone di conoscersi e connettersi in base agli interessi comuni, nonché di scoprire nuovi prodotti in linea con il loro stile. La tagline di Spark è scoprire, ispirare, comprare e connettere. Nonostante Amazon abbia investito non poco in questa nuova funzionalità, Spark sembra aver deluso le aspettative tanto che, nell’ultimo anno, gli utenti non sono aumentati.

 

Nessuna connessione

Lo scopo principale di Spark è quello di connettere gli utenti, tuttavia non ci sono molte opportunità per i membri di trovarsi o conoscersi online come invece accade su altre piattaforme. Spark è una trovata di Amazon per accumulare più acquirenti. La struttura è come quella di Instagram ma contiene le immagini dei prodotti che le persone hanno acquistato. Ti permette di “sorridere” (la loro versione dei Mi piace/Preferiti) o commentare le foto, ognuna delle quali include un link diretto per acquistare il prodotto sul sito. Oltre alla sezione commenti non c’è modo per chiunque utilizzi la piattaforma di connettersi con un’altra persona. Il che può diventare molto frustrante per le persone che speravano di utilizzare questo social per fare nuove conoscenze. Inoltre, la nuova funzionalità è disponibile solo per i membri di Amazon Prime (solo negli Stati Uniti) perciò, tutti coloro che non possiedono un account Prime non possono pubblicare nulla. Tuttavia, gli utenti non abbonati Prime possono scorrere il feed e acquistare i prodotti direttamente dall’applicazione.

 

Svantaggioso per gli influencer

Amazon pubblicizza l’applicazione come un mezzo che permette agli influencer di condividere le esperienze avute con il sito web. L’azienda sostiene anche di avere dei “contributor awards” che permetterebbero ai membri che pubblicano contenuti interessanti di essere pagati. Nonostante queste affermazioni, è difficile per gli influencer sfruttare l’applicazione. Gli influencer guadagnano grazie al riconoscimento del marchio e al contatto diretto con i loro follower ma sembra che su Spark manchi questa possibilità. Per loro è difficile guadagnare con Amazon perchè gli utenti di Spark non sono abbastanza coinvolti. Molte persone non sanno neanche dell’esistenza di questa funzionalità a causa della scarsa pubblicità che ne è stata fatta. Perciò, gli influencer che hanno dedicato il loro tempo all’applicazione ci hanno rimesso. In un articolo di Digiday vengono intervistati otto acquirenti di agenzie che affermano che Amazon non ha quasi mai citato Spark nelle sue comunicazioni. Questo non danneggia solo gli influencer che usano Amazon ma anche Amazon stesso. Perché investire dei soldi in una funzionalità se l’azienda non ne parla neanche? Nel campo dei social media, per far funzionare davvero qualcosa è necessario pubblicizzarlo di continuo. Bisognerebbe commercializzarlo bene su piattaforme diverse. Amazon ha un grande vantaggio sulle altre aziende che cercano di lanciare un’app. Milioni di persone visitano il loro sito web ogni giorno e se pubblicizzassero Spark più di quanto fanno, un maggior numero di persone lo userebbe.

 

Amazon Spark è uno dei più grandi flop del 2017. Non molte persone utilizzano l’applicazione e quelle che lo fanno hanno difficoltà ad ottenere riconoscimento. Se siete interessati a sviluppare un social network per la vostra azienda sappiate che esistono tanti modi diversi per lanciare un’app assicurandosi il successo che Amazon Spark non ha avuto. Se siete interessati a sviluppare un’app per la vostra azienda date un’occhiata al prossimo articolo.

Traduzione di Carlotta Stefanelli

Andrea Spila

Andrea Spila

Andrea Spila è traduttore e web writer. Prima di laurearsi in filosofia e di ottenere un dottorato in pedagogia sperimentale, ha insegnato l’inglese nelle scuole materne ed elementari. Ha lavorato anche come interprete, in particolare per scrittori e artisti, tra i quali spiccano Rebecca Solnit e Ken Loach. Nel 1999 ha fondato Traduttori per la Pace, un’associazione di volontari che offrono le proprie competenze alle organizzazioni della società civile impegnate nella difesa dei diritti umani e dell’ambiente. 
Oltre a scrivere, Andrea ama cantare, arrampicare e andare in canoa. 

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