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Di Nathan Keirn da Kadena-Cho, Giappone

Come abbiamo già detto, l’attivismo sui social media ha cambiato radicalmente il modo in cui nascono e si sviluppano i movimenti in tutto il mondo. Tuttavia, queste proteste online vanno ben oltre gli hashtag creati appositamente per loro: l’attivismo sui social media mette anche in contatto tra loro comunità di persone che si sostengono a vicenda per una causa comune. Gli hashtag sono solo la facciata delle campagne, dietro ci sono persone unite da un obiettivo comune.

Uniti nell’amore…

Nonostante quello che molti pensano, il famoso movimento online #MeToo è stato fondato nel 2006 da Tarana Burke, attivista sociale e organizzatrice di comunità. Tuttavia, non ha raggiunto la grande portata che ha oggi fino a undici anni dopo, nel 2017, quando l’attrice Alyssa Milano ha incoraggiato le donne a twittare l’hashtag. Il suo intento era quello di creare un senso di solidarietà femminile dopo le numerose accuse di comportamenti sessuali illeciti rivolte al produttore hollywoodiano Harvey Weinstein. Moltissime donne erano state oggetto di molestie sessuali da parte di Weinstein e le loro accuse pubbliche hanno contribuito a far diventare #MeToo la campagna influente che conosciamo. Dopo le accuse contro Weinstein, altri uomini sono stati spinti sotto i riflettori per i loro comportamenti tutt’altro che ammirevoli. Celebrità maschili come James Franco e Louis C.K. sono state costrette ad ammettere le proprie responsabilità per le azioni compiute contro le donne, finendo per essere emarginate dalla comunità hollywoodiana. Celebrità femminili come Uma Thurman, Ashley Judd, Jennifer Lawrence e altre sono uscite allo scoperto e hanno raccontato tramite #MeToo le molestie sessuali e le violenze subite, creando così una tendenza che si è diffusa in tutto il mondo.

La Marcia delle donne, di Rob Kall

#MeToo non è stato creato soltanto per gli attori e le attrici. La campagna è stata concepita come un modo per combattere le molestie sessuali ai danni delle donne. Quando una donna twitta l’hashtag, significa che anche lei è stata vittima di comportamenti sessuali illeciti almeno una volta nella vita. Così facendo, la donna che sta parlando non si sente isolata, bensì incoraggiata, perché sa che ce ne sono milioni di altre in tutto il mondo a cui è capitata la stessa cosa. Sulla prima pagina del sito web di #MeToo si legge “Non sei sola”: è questo il tema generale del movimento fin dalla sua nascita. L’intento reale del gruppo è aiutare le donne a superare le loro esperienze terribili unendo le forze e diventando un tutt’uno. Col tempo, #MeToo ha preso parte anche ad altre proteste organizzate. Molte delle donne che hanno partecipato alla protesta virtuale sono scese in strada per la Marcia delle donne lo scorso gennaio. La Marcia delle donne è un movimento di enorme portata a favore delle leggi per i diritti civili, in particolare quelli delle donne in tutto il mondo. In prima linea hanno sfilato le organizzatrici appartenenti a #MeToo e ad altri movimenti anti aggressione sessuale come Time’s Up. #MeToo ha influenzato la vita di molte persone nell’ultimo anno. Ha dato una nuova speranza alle donne che l’avevano persa a causa delle proprie esperienze passate. Inoltre, la campagna ha creato una base di sostegno per coloro che non ne avevano mai avuta una.

… e nell’odio

#MeToo è un’organizzazione che si basa su intenti puri, pensata solo per diffondere amore e sostegno tra coloro che ce l’hanno fatta. Tuttavia, non tutto l’attivismo sui social media si fonda su questi stessi valori. Il gruppo di hacker chiamato Anonymous è stato progettato, per usare i loro termini, per trollare le persone online. Anonymous è nato sul sito web 4Chan all’inizio degli anni 2000 e sin dalle sue origini ha umiliato governi, religioni, aziende e persone allo stesso modo. Il suo scopo è quello di lottare contro la censura online e di contrattaccare coloro che cercano di fermarlo nel modo più “divertente” possibile. Negli ultimi anni, i membri del gruppo hanno coniato il termine “hacktivisti” per definirsi. Per hacktivismo si intende l’uso sovversivo delle reti informatiche per promuovere un programma politico o sociale. Tutti gli hacker impegnati in Anonymous hanno trasformato l’attivismo sui social media da semplici tweet a pesanti umiliazioni pubbliche online nel nome di una causa.

Secondo Anoniversario – Anonymous9000

Tra le varie cose, nel 2008 Anonymous è stata responsabile del progetto Chanology, un attacco diretto contro la Chiesa di Scientology. Il gruppo riteneva che tale religione stesse censurando le informazioni online e ha quindi reagito con il cosiddetto Google bombing, collegando la parola “Scientology” ad altre come “setta” o “pericolosa” per convincere le persone a opporsi a questa setta religiosa. Il gruppo ha anche pubblicato online un video di replica in risposta a quello di propaganda che era stato caricato su YouTube, e ha raccolto oltre 4,6 milioni di visualizzazioni. Inoltre, nel 2012 il gruppo ha lanciato attacchi contro il governo federale degli Stati Uniti, per vendicarsi della chiusura da parte dell’FBI del sito web MegaUpload. MegaUpload era un sito di condivisione gratuita di contenuti e, dopo che l’FBI lo ha oscurato per motivi di pirateria cinematografica e musicale, Anonymous ha reagito mandando in tilt i siti web della Motion Picture Association of America e di Recording Industry. Tuttavia, l’attacco al sito web dell’ISIS del 2015 è uno tra i più sbalorditivi messi a punto da Anonymous. In quel caso, un gruppo legato alla comunità di Anonymous, Ghost Sec, ha interrotto un sito web di propaganda dell’ISIS. I membri del gruppo hanno persino riempito di spam alcuni siti, inondandoli di annunci pubblicitari sulle proprietà “benefiche” di Viagra e Prozac, a sottolineare il fatto che esisteva “troppo ISIS” e bisognava placarlo con qualcos’altro. Indipendentemente dal tipo di attacco, ognuno di essi viene compiuto con un umorismo volto a infastidirne le vittime. Molti siti web dell’ISIS si sono spostati nelle parti più remote della rete per non essere tracciati dal governo; però, malgrado gli sforzi, non sono riusciti a evitare Anonymous in quanto il gruppo non ha alcuna giurisdizione.

Indipendentemente da quali siano le intenzioni di Anonymous e a prescindere se le persone credano che il gruppo rappresenti l’attivismo sui social media o il terrorismo informatico, si tratta di una comunità unita saldamente. Nulla di ciò che ha compiuto avrebbe potuto essere realizzato da una sola persona. Tramite Anonymous, le persone hanno trovato un senso di appartenenza e importanza, poiché, in qualche modo, sentono di dare un contributo al mondo grazie a questi attacchi online. Quindi, malgrado le opinioni del mondo riguardo al gruppo, intendono rimanerci.

La Marcia delle donne a San Diego nel marzo 2017, di Bonzo McGrue

L’attivismo sui social media è influenzato da molteplici cause diverse, e ognuna di esse ha la propria comunità che la sostiene. Grazie a queste campagne, le persone acquisiscono un senso di importanza e solidarietà al punto da risentire fortemente dell’esito delle stesse. L’attivismo sui social media ha influenzato molto la società: non solo ha cambiato il modo in cui vengono organizzate le proteste, ma ha anche cambiato quello in cui i gruppi si uniscono e interagiscono tra loro.

Fai parte di una campagna sui social media? Parlacene o condividilo su Facebook!

Traduzione di Martina Stea

Andrea Spila

Andrea Spila

Andrea Spila è traduttore e web writer. Prima di laurearsi in filosofia e di ottenere un dottorato in pedagogia sperimentale, ha insegnato l’inglese nelle scuole materne ed elementari. Ha lavorato anche come interprete, in particolare per scrittori e artisti, tra i quali spiccano Rebecca Solnit e Ken Loach. Nel 1999 ha fondato Traduttori per la Pace, un’associazione di volontari che offrono le proprie competenze alle organizzazioni della società civile impegnate nella difesa dei diritti umani e dell’ambiente. 
Oltre a scrivere, Andrea ama cantare, arrampicare e andare in canoa. 

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