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Nell’era delle “fake news”, i media tradizionali sono stati duramente criticati per la loro incapacità di educare degnamente il proprio pubblico (specialmente negli Stati Uniti). Questa grande sfiducia nei confronti dei media ha portato le persone a procurarsi le informazioni riguardanti il proprio paese e il resto del mondo da altre fonti. I social media, in particolare, sono le piattaforme verso cui le persone tendono, preferendole ai più tradizionali notiziari televisivi. Ma i social media sono davvero una valida alternativa ad altre forme di media?

 

Quella dei giornali cartacei è un’industria che sta scomparendo

 

Non sorprende che la stampa stia svanendo. A causa di una serie di progressi tecnologici la maggior parte delle persone ritiene che i giornali (o la stampa in generale) non siano necessari. I contenuti sono facilmente accessibili online, vengono redatti velocemente e proposti al pubblico non appena si viene a sapere dell’accaduto. I giornali richiedono molto più tempo e, a differenza dei social media, non forniscono le notizie nell’immediato. Inoltre, la carta costa molto. Costo che i giornali riescono a sostenere, nonostante le vendite in calo, grazie agli accessi online. Dovendo competere con altre piattaforme, le testate stanno iniziando a riportare le informazioni, oltre che su carta, anche sui loro siti web. Tuttavia, spendendo sempre meno tempo a pubblicizzare le loro copie cartacee, si stanno scavando la fossa da soli: la necessità di questi mezzi di comunicazione comincerà a scomparire.

 

L’audience vale più dei contenuti

La radiotelevisione pubblica è stata pensata per informare nel modo migliore le persone su ciò che accade nel loro paese e nel resto del mondo. Alcuni notiziari di televisione via cavo sono stati addirittura concepiti come gratuiti, o incorporati nelle tasse, semplicemente perché non c’è nulla di più importante per una democrazia o una repubblica di avere cittadini informati. Per prendere decisioni e votare, con coscienza, i rappresentanti e per sostenere le leggi che vengono approvate, le persone hanno bisogno di essere istruite. Tuttavia, questa responsabilità attribuita alle testate è stata trascurata per ottenere audience maggiori per le reti e la pubblicità. Le testate giornalistiche offrono informazioni di parte o esagerazioni esplicite per mantenere alto il livello di visibilità.Hanno interesse a fornire unicamente le informazioni che il pubblico vuole sentire (o, in alcuni casi, quello che non vuole sentire) così da superare le altre testate e la loro influenza. Soprattutto negli Stati Uniti, ci si è fatti un’idea sbagliata riguardo la politica basata sui mezzi di comunicazione che non sono in grado di informare adeguatamente. Importanti canali televisivi come Fox News, CNN e MSNBC, in un certo senso, fanno il lavaggio del cervello al popolo americano creando un più ampio divario tra la destra e la sinistra. Mentre altre reti d’informazione trasparenti che mirano semplicemente a educare, come Aljazera America, falliscono e addirittura si estinguono. Per questi motivi in particolare i cittadini statunitensi, così come quelli di altri paesi, si appoggiano ai social media per ottenere le informazioni che li interessano. Si fidano maggiormente di un account in una discussione su Twitter che di una rete d’informazione il cui scopo è quello di fornire le informazioni da cui pensano di poter trarre vantaggio.

 

Il problema dei social media

Il grande pubblico si rivolge ai social media nella speranza di evitare le bugie delle emittenti radiotelevisive. Durante i tumulti a Ferguson, in Missouri (per il caso di Michael Brown) i social media sono stati in grado di riprendere l’evento, e diffondere la verità, mentre i media tradizionali hanno cercato di rappresentare l’incidente in modo completamente diverso. Per i confronti diretti, i social media sono preziosi. Tuttavia, il problema dei social media è che chiunque può pubblicare informazioni senza comprovare l’effettiva realtà dei fatti. Una volta Mark Twain disse: “Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe,” ed è del tutto vero nel caso dei social media. Se un personaggio famoso posta informazioni sbagliate online, queste possono diffondersi più velocemente che se venissero fatte circolare in televisione o su un giornale cartaceo. In questi casi la tecnologia è dannosa, perchè le persone possono inventarsi delle bugie per sostenere le loro cause o infangare quelle degli altri. Per esempio, nel caso degli immigrati che muoiono nel Mediterraneo, sono uscite un certo tipo di immagini per sensibilizzare le persone e mostrare loro l’ingiustizia. Quando sono uscite queste immagini di donne e bambini immigrati che muoiono, le persone hanno iniziato a diffondere la voce secondo cui queste foto erano false. Ovviamente tutto ciò è stato detto per favorire i loro interessi ma allo stesso tempo ha danneggiato tremendamente le campagne che supportano l’immigrazione e la percezione che ne ha il pubblico.

 

Dove andremo?

È difficile dire se i social media sono migliori dei media tradizionali in questo momento. Tutti i media hanno la capacità di danneggiare o aiutare il pubblico. Affinché la società sia ben informata su ciò che accade nel loro paese e nel resto del mondo, devono fare affidamento sui media imparziali. Anche i nuovi media, però, devono essere più attenti. Le reti d’informazione non erano state pensate per essere comprate dai partiti politici, né per essere utilizzate come una strategia di marketing per altre aziende. Il loro unico scopo era quello di mostrare la realtà alle persone. Tutto qui. I social media potrebbero essere la direzione da prendere per ciò che riguarda l’informazione ma potrebbe anche non essere la cosa migliore per il grande pubblico. Anche se la capacità di fornire rapidamente informazioni e confronti diretti, quasi all’istante, è qualcosa di straordinario, i social media possono anche danneggiare notevolmente un’organizzazione, un movimento o una persona e fare quasi più danni di una rete televisiva. Inoltre, in linea generale, i media devono ancora migliorarsi ma non è detto che ciò avvenga nei prossimi due anni. Nel frattempo, il pubblico dovrebbe fare attenzione alle informazioni che condivide e conoscerne la fonte.

 

Traduzione di Carlotta Stefanelli

Andrea Spila

Andrea Spila

Andrea Spila è traduttore e web writer. Prima di laurearsi in filosofia e di ottenere un dottorato in pedagogia sperimentale, ha insegnato l’inglese nelle scuole materne ed elementari. Ha lavorato anche come interprete, in particolare per scrittori e artisti, tra i quali spiccano Rebecca Solnit e Ken Loach. Nel 1999 ha fondato Traduttori per la Pace, un’associazione di volontari che offrono le proprie competenze alle organizzazioni della società civile impegnate nella difesa dei diritti umani e dell’ambiente. 
Oltre a scrivere, Andrea ama cantare, arrampicare e andare in canoa. 

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